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  • Immagine del redattoreDott.ssa Emilia Morelli

Recensione "Un attimo prima di cadere" di Giancarlo Dimaggio


Difficilmente mi soffermo sul titolo di un libro per decidere se voglio acquistarlo o no, ma "Un attimo prima di cadere" sono state delle parole che mi hanno tanto incuriosita e in questo caso convinta. Ho sempre pensato che in quell'attimo prima della caduta risiedono le possibilità di ognuno di noi, le alternative possibili alla caduta. Nella rapidità con cui la vita si dispiega, a molti di noi è successo di vivere esperienze di dolore, spiacevoli che sono diventate macigni, influenzando in noi lo sviluppo di meccanismi di difesa, di schemi di comportamento ripetitivi che hanno il solo scopo di proteggere il precario equilibrio della nostra vita e tenerci lontani dal dolore, congelandoci nel tempo di quella sofferenza. Riviviamo quel momento ogni giorno, sentendo la fatica anche delle piccole scelte.


Uno degli obiettivi del libro penso sia proprio quello di aiutare il lettore a cogliere quanto sia necessario riuscire a focalizzare e isolare l'attimo prima, quel momento in cui l'equilibrio si perde e si ha poco tempo per soffermarsi a focalizzare quali mosse possano mantenerci in equilibrio.

L'autore presenta nel suo libro la relazione terapeutica e la terapia come contesto privilegiato per fermarsi, elaborare il dolore e individuare quell'attimo prima tutte le volte che si presenterà successivamente. Perché ogni nodo che non risolviamo, ogni sofferenza alla quale fuggiamo, si ripresenta, non per caso ma per darci l'occasione di risolverla, di imparare qualcosa che è utile alla crescita.


Questo è ciò che più continua a stupirmi, quanto stare nel dolore è la soluzione al dolore stesso. Tutti noi esseri umani iniziamo la terapia pensando che il terapeuta con la bacchetta magica ci libererà dal dolore, che ci renderà invincibili, ma in realtà la terapia è un invito a starci nel dolore, a cogliere le sfumature che nella rapidità con cui accadono alcuni eventi non possiamo individuare. Focalizzare quei secondi prima che la tragedia avvenga è "semplicemente" il passo indispensabile da fare per lasciarli andare e farli diventare una storia che impara a integrare il dolore, favorendo comunque la crescita della persona anche quando sembra non ci sia niente da fare. Nel libro c'è tutto questo, e mi sembra che sia un forte messaggio di speranza.


Un'altra cosa interessante della struttura narrativa (e non solo) sono i "metalivelli". Proprio come nella terapia, il lettore si sente accompagnato dall'autore ad osservarli e conoscerli. Proprio come nella nascita di uno psicoterapeuta tutto inizia con la descrizione dei diversi approcci che hanno influenzato la formazione dell'autore come terapeuta, ma presto tutto si intreccia con la vita personale e professionale del terapeuta/autore.


Nel nostro ambito è veramente complicato gestire i diversi aspetti, soprattutto per i giovani terapeuti. Ebbene di questo libro mi piace l'idea che dei confini esistono tra personale e professionale, ma che è chiaro che entrambi gli aspetti abbiano bisogno di essere integrati, fanno parte della persona, che è anche terapeuta. Perciò mi piace che l'autore abbia mostrato nel libro le sue fragilità, intrecciandole nella narrazione di una terapia con un paziente che l'ha messo alla prova proprio rispetto alle fatiche personali.


Per fare il punto nel libro troverete:

- Aspetti teorici a cui l'autore si ispira per il proprio "modo di fare terapia"

- Aspetti esperienziali professionali

- Aspetti esperienziali personali

Questi tre si intrecciano, si incontrano e si scontrano.

Oltre la teoria e la pratica, la professionalità per uno psicoterapeuta sta nel coraggio di farsi carico delle domande che sorgono di volta in volta nella nostra professione e nella nostra vita, per quanto spaventose e dolorose esse siano.

Un'ultima cosa che mi è piaciuta di questo libro è la massiccia presenza della "rete" di amici/colleghi: saper chiedere aiuto ed aver fiducia che gli altri ti diranno onestamente ciò che non funziona.


Dunque... A chi consiglio la lettura di questo libro?

Ai giovani colleghi, che si chiedono come sarà diventare psicoterapeuti e che fanno ogni giorno i conti con frustrazione, rabbia, oscillazioni tra onnipotenza e impotenza, tra dolori personali e vita professionale. Questo libro, oltre a descrivere l'approccio dell'autore, descrive la vita di un terapeuta un po' più esperto ed umano, in una narrazione leggera e non banale che con un pizzico di umorismo descrive le fatiche di una vita unica e come tante.

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