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  • Immagine del redattoreDott.ssa Emilia Morelli

Psicorecensione: "Il sogno della crisalide" di Vanessa Montfort

(Feltrinelli, 2020. Milano)





La trama

Un incontro casuale durante un volo intercontinentale tra due donne ribelli a un punto cruciale della loro vita. Patricia è una ex giornalista in crisi, Greta ha vissuto in un convento, isolata da tutto, finché è successo qualcosa che l'ha costretta ad andarsene, e ora si scopre fragile e impreparata davanti a tanta libertà. Le due donne si raccontano: le passioni, le sfide, la spinta alla ribellione, la sofferenza e la fatica di ricostruirsi. La difficoltà di essere donna, figlia, madre, amante, amica, di conciliare lavoro e vita privata, obblighi e pulsioni. Ha inizio così un processo di cambiamento che le aiuterà a rimettere a fuoco ciò che davvero vogliono e a spiccare il volo.


Punti di forza

Entrambe le protagoniste sono disprezzate per le loro risorse, al punto tale da credere che queste potessero essere la causa delle proprie sofferenze. Sono state etichettate dall’ambiente sociale per difetti da correggere, manipolate per diventare traditrici di sé stesse. Questa poca autenticità le porta al collasso, alla malattia e solo quando saranno in grado di trasformare il difetto in risorsa riusciranno a far ripartire quelle vite anestetizzate.

Non è un romanzo scorrevole perché in ogni pagina vi sono pensieri, esperienze della protagonista/voce narrante che si intrecciano con le storie della co-protagonista e di tutte le persone che stanno intorno a loro. Ciò che ho apprezzato particolarmente di questo romanzo è la possibilità di riconoscere una parte di sé in ogni personaggio e trarne delle riflessioni. Un altro aspetto che ha tenuta viva la mia attenzione è la complessità della narrazione della storia delle protagoniste, considerata all’interno dei diversi contesti sociali caratterizzati da contrapposizioni: lento/veloce, superficiale/spirituale, sicurezza/insicurezza. Quella più evidente è tra la vita ritirata di un convento, fuori dal tempo e lontana dalla realtà di molte persone e la vita nel mondo esterno, frenetica, esposta e rischiosa perché non consente di rallentare, di ascoltarsi.

Questa storia parla di mobbing in un modo del tutto nuovo, di spiritualità, di senso di giustizia e di capacità di restar fedeli a sé stessi.


Punti di debolezza

L’unico aspetto che non ho apprezzato è stato rispetto allo stile di scrittura. Alcune descrizioni risultavano decisamente ridondanti e questo piuttosto che favorire la riflessione sul tema, mi ha affaticata e annoiata. E’ un libro di oltre cinquecentosessanta pagine perciò ha un ritmo lento, mi chiedo se questo sia stato voluto dall’autrice per aiutare il lettore a rallentare, riflettere e percepire la difficoltà di potersi permettere il tempo necessario alla lettura.


A chi consiglio di leggerlo?

Alle persone che sanno pazientare, che vogliono ritrovare sé stesse, che desiderano trasformarsi nella migliore versione di sé, che ne hanno paura, ma che sentono che sia arrivato proprio quel momento!


Riferimenti Psy

Leggendo il libro, molto spesso si apriva nella mia mente la finestrella della teoria motivazionale di Maslow e la sua piramide dei bisogni. Alla base della piramide ci sono i bisogni concreti, fisiologici come bere e mangiare. Man mano che si salgono i gradini si incontrano i bisogni di sicurezza, di appartenenza, di stima ed infine il bisogno di autorealizzazione, il bisogno di essere nella società ciò che si può essere, sfruttando le proprie capacità. Per realizzare quest’ultimo bisogno è necessario soddisfare (almeno in parte) tutti i bisogni precedenti. Le protagoniste del romanzo sembrano per tutta la storia camminare su e giù da questa piramide per scoprire che solo prendendosi il tempo e il silenzio necessario ad ascoltarsi è possibile scalarla, raggiungere quel vertice di realizzazione e benessere e far succedere anche ciò che all’inizio ci sembra impossibile!

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